Come andrà il mercato immobiliare nel 2022? All’inizio di un nuovo anno è d’obbligo immaginare e prevedere le tendenze che si presenteranno nei mesi a venire. Ecco quanto i dati degli esperti ci consentono di cogliere per il settore del real estate nell’esercizio 2022.
Mercato immobiliare residenziale italiano: previsioni per il 2022
Secondo gli esperti il settore immobiliare residenziale italiano proseguirà, nel 2022, il trend positivo dell’anno passato. “Per l’ultimo trimestre del 2021, – afferma Luigi Bonanno, fondatore e amministratore della Bonanno Immobili- prevedevo la continuazione del trend di espansione; un ottimismo prudente che tiene conto del peggioramento della situazione sanitaria in Europa. L’attenzione nei prossimi mesi continuerà quindi ad essere rivolta verso le iniziative legate al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e all’efficientamento energetico”.
Un trend positivo che percorre tutto il 2022 alla luce degli incentivi statali (superbonus) e delle prospettive economiche del nostro Paese nonché delle preferenze della popolazione attiva per il lavoro da casa sia esso agile, remoto o smart. Altrettanto importante per mantenere il dinamismo del mercato immobiliare è la stabilità dei tassi di interesse che sta agevolando gli italiani nelle operazioni d’acquisto di immobili.
Una crescita sostenuta, dunque, grazie anche ai numerosi incentivi fiscali per la riqualificazione degli immobili e ad una politica monetaria europea elastica. Con un’Eurozona determinata a raggiungere i livelli di crescita pre-pandemia, è pertanto auspicabile ipotizzare che la politica della BCE sia favorevole quest’anno, ovvero prosegua con iniezioni di liquidità e tassi d’interesse bassi, così da influenzare in modo positivo anche il corso dei prestiti bancari per l’acquisto di case. D’altra parte, il vantaggio fiscale degli incentivi per il miglioramento sismico ed energetico, continuerà a stimolare la domanda di abitazioni usate da riqualificare.
Mercato delle case: le città italiane
Il buon andamento del mercato immobiliare non è omogeneo in tutta la penisola. Secondo i dati sviluppati da Maiora Solutions attraverso lo strumento di intelligenza artificiale Epona che analizza i dati raccolti attraverso cinquantamila annunci nel secondo semestre del ‘2, il 2022 potrebbe portare anche a diversi incrementi sui prezzi di vendita degli immobili, soprattutto a Roma, Trento, Cagliari, L’Aquila, Padova e Udine. Viceversa i prezzi a Milano, Torino, Bologna o Palermo, resteranno pressoché stabili.
Per quanto riguarda gli affitti residenziali, nel 2022 si prevede una ripresa dei canoni, soprattutto delle metrature più piccole, come monolocali e bilocali trainata dagli affitti a breve termine a scopo turistico e per permanenze temporanee. E’ verosimile che si stabilizzino gli affitti per gli appartamenti di dimensioni maggiori.
In aggiunta a questi trend, gli ultimi diciotto mesi hanno reso evidenti alcune variazioni nelle preferenze immobiliari che si potrebbero rafforzare nel corso del 2022: la ricerca di abitazioni più ampie e tagli funzionali, spazi esterni come balconi, terrazzi e giardino, oltre a un rinnovato interesse per le seconde case (Si veda articolo: I nuovi gusti per le case post pandemia). Il permanere o meno dello smart working giocherà un ruolo decisivo: in generale, il lavoro ibrido sembrerebbe diventare la modalità più diffusa per gran parte delle società, con la conseguente necessità di disporre in casa di uno spazio dedicato alla propria attività.
Quanto rende, quindi, investire nell’immobiliare nel 2022?
Secondo Jessica Hardman, Head of European Real Estate Portfolio Management di Dws, “L’immobiliare come investimento rimane attraente in un ambiente di rendimenti reali vicini o sotto lo zero; due sono le tendenze particolarmente promettenti: la prima nel mercato residenziale per gli alloggi accessibili e sostenibili, l’altra nel mercato degli uffici moderni e rispettosi dell’ambiente che soddisfano le esigenze del Next Generation (Next Gen Prime Office)”.
Quali sono, quindi, i rendimenti attesi? Secondo Hardman, nel settore dell’edilizia sostenibile e non di lusso, sono possibili rendimenti lordi del 5 o 6 percento annui. Questo rappresenta 0,5-1,5 punti percentuali in più rispetto ai rendimenti medi ottenibili per gli immobili residenziali. Per le proprietà ad uso ufficio nel segmento Next Gen Prime Office, le prospettive sono ancora migliori, con rendimenti attesi dal 7 al 9 percento all’anno, da 3,5 a 5,5 punti percentuali al di sopra dei rendimenti medi ottenibili nel segmento direzionale.