Se possiedi un immobile e stai pensando di metterlo a reddito, la prima domanda che ti troverai ad affrontare è semplice solo all’apparenza: meglio puntare sugli affitti brevi o sui contratti a lungo termine?
La risposta dipende da diversi fattori: dalla posizione della casa, dal tipo di gestione che sei disposto a seguire e, naturalmente, dai tuoi obiettivi economici.
In questo articolo analizziamo vantaggi e svantaggi di entrambe le soluzioni, con uno sguardo particolare alle località turistiche e alle città universitarie, dove le dinamiche possono cambiare molto.
Affitti brevi: massima flessibilità, massima attenzione
Gli affitti brevi (tipicamente da 1 a 30 giorni) sono una formula ideale in contesti ad alta attrattività turistica o business.
Vantaggi degli affitti brevi:
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Guadagni potenzialmente più alti: una tariffa giornaliera elevata può superare un normale affitto mensile.
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Flessibilità d’uso: puoi decidere di utilizzare l’immobile in certi periodi dell’anno.
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Maggiore controllo: hai la possibilità di aggiornare tariffe e condizioni più frequentemente in base alla domanda.
Svantaggi degli affitti brevi:
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Gestione più complessa: check-in, check-out, pulizie e comunicazione costante con gli ospiti richiedono tempo o l’appoggio di una gestione professionale.
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Oscillazioni stagionali: nei periodi di bassa stagione l’immobile potrebbe rimanere sfitto.
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Adempimenti normativi: obblighi di registrazione e imposte locali variano da comune a comune.
👉 Dove funzionano meglio?
Località turistiche molto frequentate, centri storici di città d’arte, zone vicine ad aeroporti o poli fieristici.
Contratti a lungo termine: stabilità e minor impegno
Il classico contratto 4+4 o il contratto transitorio (1-18 mesi) sono soluzioni pensate per garantire continuità sia a locatore sia a locatario.
Vantaggi degli affitti a lungo termine:
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Entrate stabili e prevedibili: un contratto registrato offre un flusso di reddito certo.
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Meno gestione operativa: una volta stipulato il contratto, gli interventi richiesti sono minimi.
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Meno rischio di periodi di sfitto: soprattutto nelle città con alta domanda abitativa.
Svantaggi degli affitti a lungo termine:
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Reddito potenzialmente inferiore: rispetto agli affitti brevi, il guadagno netto può risultare più contenuto.
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Maggiore rigidità: è più difficile liberare l’immobile se cambiano i tuoi piani personali o di investimento.
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Rischio morosità: anche se contenuto, va gestito con attenzione.
👉 Dove funzionano meglio?
Città universitarie, aree urbane con alta richiesta di affitto residenziale, quartieri ben collegati ma non prettamente turistici.
Focus su località turistiche e città universitarie
Località turistiche:
Se la tua proprietà si trova in una zona a forte vocazione turistica, gli affitti brevi sono spesso la scelta più redditizia, a patto di gestirli in modo professionale (pulizie rapide, foto di qualità, gestione recensioni).
Città universitarie:
Qui il lungo termine vince nella maggior parte dei casi. Gli studenti cercano soluzioni abitative da settembre a giugno, spesso ripetibili anno dopo anno. Un contratto transitorio ben fatto può offrire stabilità senza legarti eccessivamente.
Conclusione: quale strategia scegliere?
Non esiste una risposta unica, ma una valutazione attenta della posizione dell’immobile, delle tue disponibilità di tempo e dei tuoi obiettivi di reddito.
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Se vuoi massimizzare i guadagni e sei disposto a investire nella gestione, gli affitti brevi sono ideali.
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Se cerchi stabilità e impegno ridotto, il lungo termine è la soluzione più adatta.
In ogni caso, affidarsi a un professionista immobiliare può aiutarti a definire la strategia migliore, tutelandoti dal punto di vista normativo e fiscale.
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